Recensioni - Antonella Massa

Antonella Massa
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Si dice che il mare porti con sé doni preziosi e che, a volte, ci restituisca ciò che di bello abbiamo nell'anima: i sogni, le speranze, i ricordi, i respiri del cuore, gli abbracci.
Un dono dal mare di Antonella Massa è una silloge romantica e delicata che narra dell'amore vero, sublime, senza tempo e delle sue dinamiche. Visioni oniriche di istanti, sentimenti puri ed emozioni che scaturiscono dall'incontro di due anime destinate a vivere il grande amore.

Tale sentimento, nella silloge, risplende nel solco della tradizione Nerudiana che ne costituisce ispirazione, traccia ed omaggio al grande poeta, e dove la natura e l'alternarsi delle stagioni, con i colori, i profumi e i sapori tipici, rappresentano elementi fondamentali delle liriche e del "tempo orizzontale".
Un romanticismo che mette, dunque, l’amore al centro di tutto come sogno ed esperienza vissuti in uno stato in cui il lettore può riconoscersi ed abbandonarsi all’estasi nella mescolanza delle varie emozioni che, vivide, risplendono come un diamante.

NOTA INTRODUTTIVA di Teresa Laterza
La scrittura poetica di Antonella Massa è colore, disegno, melodia che ella "campisce" lungo le quattro sezioni del libro.
Le "stagioni" del cuore dell'autrice disegnano, infatti, armoniosi scenari in un rincorrersi composto di strofe tetrastiche, traboccanti di "scansioni" oniriche e accelerazioni emotive. È un folto e variegato racconto dell'anima dove i versi comunicano attr averso una dimensione immaginifica dai contorni sfumati. Nonostante i contenuti dei componimenti risultino svincolati da qualsiasi riferimento razionale, la scelta dell'autrice di esordire con la stagione autunnale pare avere un preciso significato: quello di un'esperienza odeporica aperta al sogno, alla speranza, all'incontro e allo slancio di chi si incammina, lasciandosi abbracciare dall'invisibile e dall'inafferrabile, in cerca di epifanie improvvise. I trasalimenti dell'anima sottopongono la parola poetica dell'autrice ad una instancabile ricerca di quel sentimento appagante per eccellenza. La silloge è un viaggio per ritrovarsi e ritrovare una dimensione che la memoria della poetessa pare abbia incastonato in un tempo lontano e prezioso, fatto d'affetto e concretezza. Un dono dal mare è, quindi, un meraviglioso e delicato viaggio dell'anima nell' alternanza del gioco di luci e ombre dell'amore, intriso di malinconia, ricordi, sospiri e desideri.
Il titolo, emblema della silloge, pare proprio essere lo specchio del modo di esperire dell'autrice: ciò che si vede in superficie è l'orizzonte dell'oggi che può essere sereno o inquieto come il mare, con i suoi moti e le sue alternanze, mentre tutto ciò che è sommerso sono le emozioni, le sensazioni che appartengono ai ricordi e all'inconscio... oltre l'orizzonte del visibile, vi è l'ignoto. La vita, come il mare, può riservare doni inaspettati, sorprese come quella, magnifica, dell'amore. E di amore, forza propulsiva della vita declamata dai più grandi: Saffo, Catullo, Caproni, Prevért, ecc. risuonano tutte le poesie di Antonella Massa. Ma nella silloge dell'autrice è Pablo Neruda a tracciare il percorso tra "la malinconia e il ricordo" sentimenti e dimensioni che accarezzano i versi della poetessa: "Poiché tutte le cose sono piene della mia anima / emergi dalle cose, piene dell'anima mia. / Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima, / e rassomigli alla parola malinconia." (Pablo Neruda).
RECENSIONE della Rivista Internazionale D’Arte e Cultura LE MUSE numero di dicembre 2017
ANTONELLA MASSA -UN DONO DAL MARE -
OLTRE LE DIMENSIONI DEL TEMPO di Teresa Laterza
Nell’ambito della poesia italiana, con particolare riguardo al ’900 letterario, il mare non costituisce, in genere, un autonomo "oggetto" poetico ma piuttosto un ponte per una metafora intesa come rappresentazione allegorica dell’esistenza umana, con i suoi turbamenti, i suoi dubbi, la sua anelata ricerca di verità. Da sempre il mare è, altresì, nell’immaginario degli scrittori, prolungamento psicologico dell’io, presenza ristoratrice, darsena dell’anima. Per Antonella Massa, autrice della meravigliosa silloge Un Dono dal Mare (Rupe Mutevole Edizioni 2015, pagine 88, euro 10,00), esso è un contenitore "immutabile" prezioso, dal quale attingere sogni, speranze, immagini. È ciò che può restituire, inalterati, i ricordi, avendoli conservati con cura, durante lo scorrere del tempo. I ricordi della poetessa, cantati attraverso i sentimenti che vibrano prepotenti ma gentili nei suoi versi, sembrano richiamare un passato che in realtà continua ad apparire, sempre più sfumato, in un presente consapevole del suo progredire. Proprio come il moto incessante delle maree, i sentimenti, rinnovati, tornano a palpitare, a far parlare di sé, a smuovere gli scenari di una realtà che si àncora al sogno come potere immaginifico conciliante e calmiero. L’amore, descritto dall’autrice, così come il mare, è presenza indissolubile che s’impregna di mistero per il suo perdurare. Cambia forma, scenari, ma la sua incisività rimane inalterata nella sua essenza naturale. Esso ha colori e odori cangianti come le stagioni che si susseguono e ritornano, rinnovate, nella loro ciclicità. "Le stagioni" del cuore di Antonella Massa, che suddivide la silloge in quattro suggestivi "capitoli", s’incastrano alla perfezione con quelle della natura, ricamando sfumature dell’anima che spaziano dalla malinconia autunnale, all’abbraccio del vento invernale, al vigore primaverile fino al desiderio e alla passione estiva. Un mosaico di emozioni incastonate ad arte, narrate attraverso le velature di un passato, la rappresentazione del loro ricordo nel presente e la speranza di un futuro propizio. Non una silloge qualunque, ma una che denota una padronanza linguistica ed espressiva di rara intensità. L’originalità e lo spessore della scrittrice sono evidenti fin dal primo componimento, un magnifico passo in prosa intitolato Il sogno più bello, che apre la silloge ad una "dubbia" interpretazione, un misto tra una visione onirica dell’infanzia e un ricordo... L’immagine della figura paterna come punto di riferimento insostituibile, di attese del suo ritorno, di carezze mai dimenticate... E si materializza, a piccole dosi, nella mente della scrittrice l’idea di un amore puro, elevato, protettivo, come quello per un papà guerriero e coraggioso che, per mano, conduce la sua bambina ad aprirsi all’amore maturo di donna consapevole. E sgorgano parole, fotografie dell’anima, sublimi quadri poetici che si rincorrono nel rappresentare un amore ideale dove l’autrice pare perdersi, trascinata e avvolta da "visioni idilliache". L’amore è, per Antonella Massa, poesia e la poesia è canto d’amore, dolce compagna che trascende e sovrasta le dimensioni dello spazio e del tempo, desiderio, speranza, richiesta: "Rubami un bacio quando vaga e assorta/ m’allontano nei vicoli dei pensieri silenti/ e riportami a te con un balzo rapido d’ali... / accarezzami i capelli sciolti tra le tue mani/ in setosi riccioli infiorati di nuove speranze... / Assaporami con labbra umide di melograno... / quando lenti scivolano sui vetri i rivoli di pioggia / la sera nel rifugio caldo del tuo stretto abbraccio." (Dalla poesia Dolce poesia). La poesia, quindi, nel suo desiderare è anche catarsi, fulgido bisogno del cuore intriso d’attese. Lo stile dei componimenti, "viso dell’anima", è romantico e coinvolgente. Le strofe "rigorosamente" tetrastiche, nulla tolgono alla spontaneità del verso immediato, reso alla carta, autentico, specchio dell’io senza filtri né tentennamenti. Il riferimento, nella silloge, a mo’ di "incipit", di alcuni versi di Neruda, come cappello a diversi componimenti della poetessa, ridisegna, ex novo, quel "filo" di passione che, nell’immaginario poetico, lega l’autrice all’idea di amore narrato dal grande poeta. Si tratta di quel sentimento puro per eccellenza che non ha inganno, che è forza motrice, alito di vita, immagine senza doppio.
Ma, forse, tale visione, non è poi per l’autrice solo un "quadretto idilliaco" bensì la convinzione che esso sia proprio come il suo sentire le rivela oltre il sognare, il desiderare, nell’"esserci" con quel trasporto "frenetico" e la forza dirompente che la rende autenticamente viva. Il grande talento di Antonella Massa la vede premiata in moltissime occasioni: ne "I poeti dell’autore meneghine", terza classificata con la poesia Anima mia; Premio Speciale Terna Poetica con Fiore di sogno, Anima mia e Dolce sorriso al Premio Nazionale di Poesia "Rosario Piccolo" venticinquesima edizione 2014; Premio Speciale per la poesia Armonia d’essere al Premio Letterario Nazionale "Una Perla per l’Oceano" edizione 2014. Prima classificata al Concorso Nazionale "Poesia dell’Anno" Ottava edizione 2015 Centro "Il teatro dell’Anima" Quartu Sant’Elena (Ca) con la poesia Luna di Primavera. Menzione di merito, sempre con Luna di Primavera, al Concorso Internazionale di Poesia e Prosa "Città del Galateo", Galatone (Le), edizione 2016. Finalista e Diploma d’Onore al Concorso Internazionale "Il canto delle Muse", Bellizzi (Sa), edizioni 2015 e 2016 con le poesie Scrigno segreto e Sogni d’amore. Premio speciale al Concorso nazionale di poesia "Strade di poesia", edizioni 2016 e 2017 dell’Associazione Teatro-Cultura "Beniamino Joppolo" di Patti (Me) con le poesie Melodia di vento e Gran Premio Speciale "Fabio Recchia" con Fresca di spume; infine, Premio Speciale "A. Cattania" sempre al Concorso "Strade di poesia" con la poesia Scrigno segreto.
Ci sono libri che mentre leggi sono come viaggi interiori talmente belli e avvolgenti da non riuscire più a trovare la via di ritorno. Questa è la sensazione che ho provato leggendo l' ultima pubblicazione della poetessa ,amica , Antonella Massa. Il titolo Armonie d'infinito racchiude l'essenza dei suoi versi soavi e dolci che ti sfiorano dentro come piume delicate. L'armonia spesso evocata dona luce e riveste ogni parola, rappresenta l'idillio di un antico sogno d'amore. Sì entra in punta di piedi in questo mondo fatato e evanescente col privilegio di godere del suo meraviglioso paesaggio, il cielo con la sua maestosità, il mare nelle sue sfumature d'azzurro e il suo sfuggente infinito che avvolge col suo velo tutte le anime del mondo, i fiori che profumano d'amore, un amore sublime e ricercato che mette le ali al sogno e lo fa vivere. Questo amore nei suoi versi si rivela in simbiosi con l' universo, disegna un insieme di segni che sono attese, ricordi, gioie , emozioni ,e piantano semi tra gli spazi che si schiudono in albergo sempre nuove e rinnovate speranze. L'amore si libra in cielo, libero, insegue l' infinito, accarezza l'anima con tocchi lievi, attraversa il tempo senza fermarsi. Ci si perde in questo viaggio senza smarrire se stessi, ci si ritrova avvolti e coinvolti nello stesso sogno, con la stessa meraviglia. Ci si specchia nudi di sé di fronte a emozioni che stillano sole e non conoscono il buio. Si respira in questi silenzi pieni di parole , misticamente sospesi dietro una coltre di sogni,  si respira la vita, si nutre ogni battito del cuore . L'attesa di un amore che diventa sogno nell'amore, che non si arrende  ed esiste in una dimensione non terrena che va oltre le barriere del tempo.
Maria Piras 2.2.2019
Maria Pilas scrive

Il libro " Un dono dal mare" creato dalla penna raffinata e sensibile della mia cara amica e poetessa Antonella Massa raccoglie una silloge di poesie ispirate alla poetica di Pablo Neruda . Il tema principale è l Amore in tutte le sue sfumature, avvolto dal sogno, dall'attesa,dalla magia, dall'incanto. Liriche capaci di toccare picchi altissimi e profondi e di trasmettere una dolcezza disarmante e delicata. La poetessa ci parla d'amore,
quel sentimento puro avvolto nel sogno ,lo intinge di gioia, spontaneità, tenerezza, desiderio, passione e magia , lo colora con tinte delicate regalando bagliori che avvolgono l'anima nell'involucro eterno del senza fine. Un amore che accarezza i sensi, da luce all'universo, scalda la pelle, grida silenzi, tace mentre si meraviglia. E nell'attesa di questo sogno d'amore la nostra Antonella trascrive e riflette lo spettacolo della sua anima immersa nello scenario di un universo di emozioni attese e sognate che incanta e meraviglia noi lettori e spettatori che le viviamo con lei , ne riportiamo i colori e la magia, ne sentiamo la vibrazione. Un libro intenso, capace di ridarci il nostro sogno, i farci capire che l'amore muove la nostra vita, che è vita e dà la vita.
Maria Piras

La poesia di Antonella Massa è uno spazio vitale alla ricerca di sogno per inebriarsi di ciò che la sua introspezione sceglie. L’amore, la nostalgia , la rimembranza sono le essenze che la poetessa sfiora in questo cammino letterario.
Nelle sue figure retoriche ella immerge un simbolismo presente in una visione onirica dove tutto può essere tutto perché voluto da un’immaginazione che ha ali proprie; ali che la sospingono là, dove la sua memoria vuole elevarsi.
Il sogno è qualcosa che ci porta a percorrere ciò che la nostra anima cerca, Antonella Massa si affida ad esso e lo fa con slancio, con emozione e quella spensieratezza che solo il poeta attento all’ essenziale può avere.
Un rincorrersi di versi dove i mosaici sono fatti di colori, profumi, incanti ma anche sensazioni eteree dove la materia si interseca all’invisibile e viceversa.
Poesie dalla struttura tecnico /letteraria ben costruite, liriche senza forzature nell’espressione , delicate nell’esposizione dove ogni idioma è carezza gentile e immagine d’incanto.
Una poetessa che sa come condividere un’interiorità forte, dove niente è impossibile come la creazione dei sogni attraversa la poesia.

Marzia Carocci
Firenze, 8.5.2013
silloge di Antonella Massa

Poesie come quelle di Antonella Massa che nascono dal più sublime dei sentimenti, l’amore, possono essere scritte

solamente da chi ha provato e continua a provare, anche in assenza dell’oggetto amato, un tale sentimento nella misura più grande e pura. Sono la prova che i grandi amori esistono. L’amore cantato da Antonella, sebbene ella abbia preso a modello il Neruda, ricorda l’ars poetica di grandi poeti amorosi del passato come il  Petrarca, il Leopardi. La Natura, onnipresente in tutte le sue manifestazioni e sfumature, attraverso le stagioni cadenza e muove i versi che  intrecciano  carole.

Visioni oniriche in un impasto di passato infanzia presente senza tempo arricchiscono la struttura amorosa. Il sogno come rifugio dove tutto è possibile costituisce la carica dinamica della inarrestabile ricerca del fu.  Struggente. Aulico. Bucolico.

Interessante il ricorso insistente alla seta (Nastro di seta rosso. Pieghe di seta. Lenzuola di seta. Fili di seta. Parole infiorate di seta. Svestita di seta) e all’attributo “setoso” (Rosa setosa. Riccioli setosi. Mani setose. Rive setose. Pelle di luna setosa) che diventa un significante che oltre il prezioso tessuto serico indica il desiderio, la bramosia, la sete, nella fattispecie di carezze baci abbracci.

Non è un caso che le lettere d’amore dell’amato siano raccolte in un nastro di seta rosso. Un’analisi più attenta permette di evidenziare altri particolari che estrinsecano la forza lirica dell’autrice, ma questa la voglio lasciare ai lettori dei suoi poetici versi.

Max Bonfanti, filosofo (Dicembre 2015 - Tutti i diritti riservati©)
IL  "SOGNO ANTICO"  DI ANTONELLA MASSA
Sogno Antico, opera prima di Antonella Massa,  è molto più di una raccolta di poesie: è un mondo magico. Ogni singola lirica è l’episodio visionario di una fiaba d’amore unica, rincorsa, desiderata ardentemente, vissuta, che rinvia alle dimensioni della realtà e del sogno... Ad unificare queste due differenti prospettive di senso interviene il filo conduttore della silloge, che è il sentimento amoroso. Tuttavia, in sede critica, non si renderebbe certo giustizia all’autrice, né all’opera insistendo più di tanto sull’imprinting soavemente sentimentale della raccolta.  
Sogno Antico non è solo il canzoniere romantico che è, esistono varie, molteplici possibili interpretazioni del testo. Apparentemente, la raccolta è simile in tutto e per tutto a quelle che si trovano in tutte le librerie. È comunque solo l’impressione che si riceve scorrendo superficialmente le pagine della raccolta. Ma se entriamo nel vivo della poesia contenuta nell’opera, questa rivelerà la fisionomia inconfondibile, che la differenzia notevolmente rispetto alla media.
Sogno Antico è il manifesto di una poesia rivoluzionaria, fuori dai canoni e dagli schemi consueti, eppure ancora legata a modalità espressive connesse alla tradizione letteraria occidentale, soprattutto nel periodo che va dal Medioevo all’Età Contemporanea.
Sono moltissimi gli elementi che rendono la scrittura di Antonella Massa così particolare, il che crea un estremo imbarazzo ermeneutico, perché il critico di turno non sa letteralmente da dove cominciare! Non è infatti possibile trattare la forma separatamente dal contenuto: la poetica di Antonella Massa si caratterizza per l’estrema connessione delle diverse parti in causa nel processo creativo.
La figura più adeguata a descrivere il lavoro della poetessa di Milano è quella del mosaico: molteplici tessere, che nel loro fondersi producono una visione unitaria, nel senso di quell’unità dinamica che in ogni caso lascia inalterata la leggibilità del singolo componimento poetico come testo in sé.
Sogno Antico è una raccolta di poesie che sin dai primi versi denota una tonalità romantica molto intensa. Già l’emozionante dedica posta ad exergo detta il ritmo della raccolta, ne costituisce in sintesi ed allo stesso tempo profezia autorealizzante e leit-motiv:

A Te che mi hai fatto conoscere l'Amore
l'Amore vero che eleva e illumina orizzonti
che hai riempito il mio cuore le mie
giornate e le notti solitarie d' immenso
di luce e colori... di baci e carezze...

Appassionata e appassionante, la lirica d’esordio ci presenta infatti in anteprima il protagonista assoluto della silloge, l’Amore, sogno antico che accompagna l’umanità ben prima dell’alba dei tempi "storici", essendo inscritto nel codice genetico della Vita sin dal suo misterioso apparire.
L’Amore vero è per Antonella  una forza impetuosa e travolgente, un vento d’uragano "che eleva e illumina orizzonti". E all’Amore, che si incarna ed identifica nella persona amata, sembra rivolgersi la poetessa, con parole ispirate ed estremamente coinvolgenti:

A Te che sei il mio sogno più bello e
il dolce ricordo di antiche albe radiose
volo d'anima infinito mentre mi veli nel cuore
come vento possente - desiderio - fragranza di fiori

Bellissimi versi, che nonostante l’aspetto di spontaneità, presuppongono un’elaborata ricerca formale da parte dell’autrice, e una non comune padronanza di modelli letterari acquisiti senza quel rischio di plagio, che non risparmia peraltro neanche i più grandi.
Antonella Massa assorbe come una spugna i codici espressivi della tradizione antica e recente, non resta ancorata al passato, non rimane impigliata nelle reti di metri e stili retorici di pur illustri ma datati colleghi.
La produzione poetica di Antonella Massa contempla un background letterario davvero ricco e complesso. Tra i suoi riconosciuti maestri annoveriamo alcuni autori-cardine della letteratura colta di lingua inglese, da William Shakespeare a William Wordsworth, da Percy Bisshe Shelley alla Vestale del New England Emily Dickinson.
Piuttosto vivificante è l’influsso congiunto però di due poeti contemporanei, lo spagnolo Federico Garcia Lorca e il cileno Pablo Neruda, che l’autrice definisce significativamente passionale e immenso.
Altrettanto importante è l’ascendente esercitato dalla narrativa fantasy, e, in particolare, dai romanzi della scrittrice inglese Marion Zimmer Bradley, ispirati alle leggende medioevali.
L’influsso dell’epic fantasy si nota anche in liriche che sembrano ispirate a vicende private o familiari. Come nella bellissima poesia intitolata TERRA, dove, nonostante lo spunto iniziale,  più che all’amore romantico Antonella rievoca nostalgicamente l’eden perduto degli antenati, un luogo di sogno, ma reale, perché alla sua realtà lontana l’io lirico sente di appartenere.
La poetessa sviluppa il richiamo alle radici in termini sociali o nella direzione della poesia civile, ma in chiave fantasy. Antonella Massa applica così – credo consapevolmente – il mythic method eliotiano,  che consiste nel conferire aura di leggenda a fatti quotidiani.
La tonalità epica e rapsodica è particolarmente presente:

Va' - amore mio -
nella terra lontana
dei miei padri
dove soave è
il canto degli uccelli
rigogliose le piante
mite la brezza del mare
e il pane profuma...

Non è  la solita trasfigurazione lirica a cui siamo abituati, tendente al fiabesco o all’onirico, ma si tratta di un’ambientazione fantasy e di un Dire originario (nel tedesco di Heidegger Die Sagen) peculiare dell’epos.
All’amato la poetessa lascia un messaggio d’amore destinato ai suoi padri, quasi una preghiera pagana agli antichi Lari, gli spiriti antenati venerati nella religione romana:

Porta loro
il mio saluto
e in omaggio
una ghirlanda
di fiori bianchi
dove riconosceranno
il nome segreto
della loro adorata figlia.

L’Io lirico trascende la propria soggettività per divenire l’eco narrante di una storia più grande, che si svolge in mondi lontani, in ere remote e misteriose:

Dì loro che ancora
nobile e degna
porta il loro nome
e che tiene sempre
con coraggio il timone
cavalca le onde
sempre alto è il vessillo
e il loro canto nel cuore.

Il canto dei padri che la poetessa porta sempre nel cuore è la voce stessa della Tradizione, dal latino tradere che vuol dire letteralmente tramandare. Tradizione che comunque Antonella Massa vive in maniera dinamica, come evento della coscienza, memoria collettiva, sentimento del tempo storicamente connotato.
Tradizione non è per Antonella la democrazia dei morti di cui parlava Chesterton, in realtà dittatura differita di chi continua a dettare legge anche post-mortem.
Il rapporto di quelli che la poetessa chiama solennemente e con un pizzico d’orgoglio filiale"i miei padri" è di natura affettiva, è profondo, viscerale, bellissimo e commuovente, perché si innesta alla nostalgia, termine che secondo l’etimo greco significa "dolore del ritorno", il "ritorno" alla "terra lontana" delle origini. Tema riconducibile all’ulissismo letterario romantico, alla figura dell’uomo itinerante alla ricerca della sua Itaca perduta.
Pur ostentando una certa predilezione per il genere epico,  Antonella Massa è maestra soprattutto nell’ambito della poesia lirica, basata sulla confessione immediata di pulsioni e stati d’animo personali, trasfigurati per fini artistici ma senza mai perdere di vista quelli che Machado chiamava i cordiali del cuore, gli universali del sentimento.
La grandezza dell’arte celebrata nelle pagine di Sogno Antico trova degna illustrazione nella poesia Respiro:

Vibra leggera
e si espande
la mia anima
d'arcobaleno
quando arrivi
a me come onda
nel profumo
dei gelsomini

Il testo, emozionante e pregnante, presenta un alto grado di sublimazione. L’Anima, a colori, all’apparire dell’amato vibra leggera e si espande come nebbia fluttuante nell’aria del mattino.
Antonella vede l’innamorato trasformarsi magicamente "come onda/nel profumo dei gelsomini", sorta di elixir alchemico che dona quella sensazione estatica di immortalità che si  associa  solitamente all’amore. Con procedimento metonimico, consistente nel sostituire la parte al Tutto, la persona amata si identifica con il suo profumo, e questo a sua volta con l’inebriante effluvio che proviene dai gelsomini in fiore, simbolo raffinato che rinvia alla bella stagione, alla primavera/estate del Cuore.
La poesia, che si snoda come una sinfonia, vira di slancio verso un gran finale, apice di un avvincente crescendo di emozioni:

Forza e dolcezza
che lieve e soave
m'abbraccia
stringe le mani
bacia le lacrime
infinite carezze
lontane nostalgie
Nella luce infinita
dei tuoi occhi
m'acquieto serena
e gaie melodie
canta di nuovo
il mio cuore
nel tuo respiro
d' Amore
antico e puro.

L’Amore rappresenta molto, moltissimo per Antonella Massa, è senz’altro più di una tematica poetico-letteraria. E in Sogno Antico la poetessa  ne canta le differenti accezioni: come condivisione, come fusione ed incontro di anime, come incrocio di destini  o bivio di esistenze, che nel loro intrecciarsi, ricompngono l’hegeliana coscienza infelice contribuendo a ritrovare l’armonia originaria smarrita. È questa concezione alta e nobile dell’Amore che giustifica l’assenza di quel maledettismo di maniera e di quelle pose disperate che sono ormai dei cliché, a favore di una visione cavalleresca o cortese del sentimento sommo per antonomasia.
L’Amore è una forza gioiosa che eleva dalla Terra al Cielo, e in ciò si manifesta un atteggiamento di chiara derivazione stilnovistica. Ancora ritorna il Medioevo, quale ciclo storico  e culturale di riferimento, quale repertorio ideale d’immagini, situazioni, archetipi. Come nell’intrigante Sacro fuoco:

Da nuovi selvaggi
combattimenti in armi
percorrendo nei venti
con il mio fedele destriero
senza sosta lande nebbiose
irte di oscure nubi e pericoli
torno a te sposa e guerriera ...
Al sacro fuoco delle tende
dove arde profumato al cielo
l' olio delle torce che inebria
e magiche divampano
le fiamme della luce divina
verrò questa notte - a te -
per riposare lieve e serena
ancora sul tuo nobile cuore ...

I miti del Romanticismo letterario rivivono nella straordinaria lirica Sorriso, dove giocano un ruolo rilevante diverse  metafore di sapore cavalleresco:

Come un lampo
il tuo sorriso
mi sfida m'insegue
batte la staffa
schiocca il galoppo
senza tregua
risuona lo scalpitio
impazzito dei cavalli
sulla verde terra
- tese le briglie -
sferza il vento
distesa di fronde
tumulto del cuore

Qui l’autrice non prende la parola in prima persona, ma dà voce ad un cavaliere senza macchia e senza paura, eroe atipico che al cozzare delle lance preferisce le gioie dell’amore puro e antico celebrato in tutta la raccolta:

D'un balzo ti fuggo
in corsa sorprendi
brivido di schianto
divampa riluce sudore
di gioia e sgomento
che palpita e trema
Le tue mani
la tua voce
il tuo respiro
la tua bocca...  
Sei mia ! Sei mia !
In Sogno il ricordo di una grande passione riaccende ardori mai del tutto dimenticati o spenti:

Volo da te mio dolce
gioioso e malinconico sogno
cerco il tuo viso di oggi e d'allora
ancora il tuo sorriso sempre sole
all'orizzonte lontano che sale
luce che dilata chiarore di fiamma.

Questa struggente lirica si muove su due piani temporali diversi, oggi e allora; il sorriso dell’uomo amato è paragonato ad un sole all’orizzonte, ad una luce che dilata il chiarore proveniente da una fiamma, metafore molto suggestive, espresse in un linguaggio articolato, con versi ben scanditi, musicali e ariosi, che si riscontrano in tutte le poesie della silloge. Che ha il merito di far riscoprire il valore purificatore e salvifico dell’Amore…
Antonella Massa è inguaribilmente innamorata dell’Amore, quell’amore che in un messaggio privato definisce in maniera stupenda, con frasi che riecheggiano i temi e le atmosfere sognanti delle varie poesie: "L' amore è assolutamente sacro. Nobilita ed eleva lo spirito, ristora. È illuminante e liberatorio in tutte le sue espressioni. Nelle mie liriche prendono vita le emozioni e le sensazioni di momenti immaginari ancora da vivere, vissuti in un' altra dimensione, come pure sotto forma di echi di antiche memorie, istanti nel tempo, in un luminoso percorso tra presente, passato e futuro. Si respira la magia del grande amore, avvolto da atmosfere di luce e colori, di albe radiose albe e mondi incantevoli,  dove regna sovrana la musica, con dolci canti ed inebrianti melodie, che vogliono esprimere semplicemente un appassionato dialogo poetico e sentimentale". Sogno Antico promuove una rivalutazione del sentimento amoroso, come chiave di volta dei nostri desideri e della nostra interiorità.
Solo l’incontro con l’amore vero e puro rende possibile una comprensione autentica dell’Esser-ci, il Da-sein di heideggeriana memoria, e quindi il superamento del dolore e della sofferenza, fino a rinascere a nuova vita nella luce divina della speranza. SognoAntico si rivela, per tante ragioni un’opera che fa testo, un piccolo-grande classico poetico, che trasforma e ci trasforma interiormente, con la forza di un messaggio d’amore che abbraccia il Mondo intero e lo rende un posto migliore…

Domenico Turco


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